Sul provvisorio epilogo di “Mafia Capitale” alcune cose sono chiare…
Senza acqua Roma muore, riprendiamoci la vita

Il centro destra fa da stampella a Raggi e M5s

25/07/2017

“Nell’estate in cui Roma ed il nostro Municipio hanno conosciuto da vicino la furia devastatrice del fuoco; in cui la siccità si è fatta realtà e la mancanza di acqua è dietro l’angolo malgrado Roma – tramite Acea – abbia contribuito a prosciugare un lago; in cui l’ autobus che passava ogni mezz’ora se va bene si vede ogni ora; in cui le aree verdi rimaste aperte e senza transenne sono diventate marroni; in cui a gatti e cavalli si sono abitualmente aggiunti cinghiali, capre e le guerre tra i volatili vari; in cui la puzza e le mini discariche intorno ai cassonetti sono diventate normali e immancabili; in cui non c’è più una strada percorribile in sicurezza e senza fare gimkane dal centro alle periferie più esterne; in questa Roma qui, in cui il M5s e la Sindaca Raggi continuano nella loro ‘grande menzogna’ finalizzata a descrivere una realtà di plastica, in una cinica e surreale commedia da recitare sulla pelle della città ed in offesa all’intelligenza della sua anima popolare, arriva in loro soccorso il centro destra municipale e capitolino, compreso il barbaro devastatore che ha fatto 10 mesi di brutture da ex Presidente di Municipio per poi traslocare armi e bagagli a Fratelli d’Italia in cerca di una poltrona più comoda” dichiara Andrea Catarci, Portavoce Coalizione Sinistra Municipio Roma VIII.

“Niente di nuovo: come al solito è pronto a dimenticarsi di ogni aspirazione al governo dei processi ed alla tutela dei nostri quartieri, ad abbandonare ogni remora ad aprire la strada alla propaganda ed alla prepotenza razzisteggiante della destra estrema, a soffiare sul fuoco dell’intolleranza e dell’insoddisfazione crescente tentando di incendiare un quartiere popolare come Tormarancia. Come al solito non esita ad indicare un servizio pubblico di assistenza a 50 migranti previsto negli spazi dell’Istituto San Michele come il ‘problema vero’, ad attaccare vigliaccamente le esperienze territoriali di solidarietà ed autorganizzazione, a scegliere come capro espiatorio i più deboli, a cercare i soliti consensi infami nel ventre molle della disperazione sociale” prosegue Andrea Catarci.

“Non permettiamo che passi un inganno così bieco ed un interesse cosi meschino, smascheriamoli, seppelliamoli con una risata, con la mobilitazione, con la forza della cultura solidale e popolare dei nostri quartieri” conclude Catarci.

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