La questione sanitaria: rilanciare la sanità territoriale

L’accordo tra la Regione Lazio di Zingaretti e l’Inail, punto di partenza per il rilancio dell’ospedale Cto, non ha prodotto i cambiamenti annunciati e attesi. Alla fondamentale intesa, che ha scongiurato il rischio di chiusura e delineato un futuro all’insegna dell’eccellenza ortopedico-traumatologica, hanno fatto seguito ulteriori azioni di penalizzazione delle professionalità presenti e di interi reparti, già mortificati nel tempo ed ancora ridotti nel numero e trasferiti altrove. Serve invertire la tendenza, portando di nuovo funzioni essenziali nella struttura – nel Piano aziendale in discussione si è proposto di recuperare, seppur in forma ambulatoriale, urologia e chirurgia, oltre ad un ambulatorio aggiuntivo di ortopedia – e puntando decisamente sulla funzionalità piena dell’Unità spinale unipolare e dell’eliporto. Restando sul piano strutturale, l’ospedale si potenzia anche rendendolo più accogliente ed allo scopo è fondamentale la realizzazione di un parcheggio sotterraneo destinato all’utenza, per cui sono stati avviati i primi impegnativi passi preliminari ma resta tanto da fare. Insomma, riaffermato il principio che i conti e le esigenze ragionieristiche sintetizzate nel Piano di Rientro non possono tradursi nell’annullamento di diritti fondamentali come quello alla salute, ora va rafforzata davvero la struttura pubblica e nel contempo va migliorata la capacità di risparmio e di spesa, punti su cui nel passato non solo recente si sono consumati errori macroscopici e scandali giudiziari.

Nel territorio è presente anche una struttura d’eccellenza nel campo della riabilitazione e della ricerca come la Fondazione Santa Lucia di Via Ardeatina. Negli anni passati la prestigiosa struttura è stata più volte sull’orlo della chiusura ed ancora oggi sconta non poche difficoltà, per i mancati pagamenti delle prestazioni da parte della Regione. In una definizione rapida della situazione pregressa, è necessario ridefinire alla base le modalità della relazione tra la Fondazione e l’Ente regionale, per restituire normalità alla direzione, ai lavoratori ed all’utenza.

L’intero Municipio vive una situazione di precarietà sul piano dei servizi sanitari territoriali, in particolare nella parte di Montagnola e dei nuovi quartieri tra Viale del Tintoretto e Via di Grottaperfetta, dove mancano i poliambulatori. Per questo è urgente portare a compimento, dopo averne ripreso la progettualità nell’ultimo anno, l’idea di un presidio pubblico polispecialistico nell’area Ama di Montagnola. Un’altra esigenza a cui rispondere, poi, è quella di istituire un nuovo Consultorio, in aggiunta a quelli di Via dei Lincei a Tormarancia ed a quello di Garbatella, recentemente trasferito nella ristrutturata e confortevole sede di Largo delle Sette Chiese.

In generale, aldilà della cura e del rafforzamento delle grandi strutture presenti sul territorio, nel tenere insieme i bisogni della popolazione e la necessità di riordino economico e di riqualificazione del sistema si intende lavorare per:

  1. realizzare nuovi servizi nei quartieri di Montagnola, Grotta Perfetta, Ottavo Colle e Roma 70;
  2. realizzare un nuovo Consultorio familiare nell’ambito municipale;
  3. mettere in condizione di lavorare con risorse umane e con risorse tecniche e strumentali adeguate i Poliambulatori di Via San Nemesio, Via Malfante e gli altri servizi territoriali;
  4. incrementare i posti letto nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, a partire da quella esistente nell’istituto S. Michele a Tormarancia;
  5. strutturare posti di sollievo per le famiglie con casi psichiatrici e punti di controllo ambulatoriale breve psichiatrico sul territorio H 24.