Decine di migliaia di studenti oggi hanno sfilato per le strade di Roma, in concomitanza con gli altri appuntamenti distribuiti in tutta Italia, decisi a contestare la riforma della Scuola e dell’Università voluta dalla Ministra Gelmini. Allegri, colorati, pacifici, giovani e giovanissimi, si sono organizzati formando molti cortei per confluire a Montecitorio e manifestare le loro ragioni. Universitari e medi, solo dal Municipio Roma XI e dall’Università Roma III, sono partiti numerosissimi per congiungersi col resto dei partecipanti, chiedendo anche alle Istituzioni municipali di accompagnarli nel loro percorso.
Rispondendo alla chiamata, ci siamo confusi con loro vedendone le facce timorose e decise allo stesso tempo, leggendone lo sbigottimento nel vedere che invece dell’ascolto si incontrava la militarizzazione della città e gli sbarramenti della polizia in tenuta antisommossa, cioè la dimostrazione di una pessima politica che piuttosto di interrogarsi sulle ragioni che muovono una protesta di tale portata si rintana nel palazzo, respingendo i dimostranti per sottrarsi al confronto. A fronte dell’irresponsabilità del sindaco Alemanno, che emulo di Berlusconi di buon ora già gridava all’infiltrato gettando benzina sul fuoco, hanno però tirato fuori un incredibile senso di responsabilità e un’oculata gestione della piazza, che ha permesso alla manifestazione di svolgersi positivamente ed alla loro lotta di assestare un ulteriore colpo alla credibilità già irrisoria della controriforma voluta dalla Gelmini. Solo nel pomeriggio, di fronte all’ennesimo sbarramento di polizia, qualcuno ha perso la pazienza e c’è stato qualche scontro in Via del Corso, ma si è trattato veramente di una cosa da niente rispetto a quanto si è ripetutamente sfiorato per la militarizzazione cilena dell’intero centro cittadino.
Il centro destra capitolino e quello nazionale, infatti, hanno cercato con irresponsabilità pura la rissa con gli studenti, per difendere con il manganello una riforma indifendibile in altri modi e testimoniando, fino all’ultimo e senza esitazione alcuna, l’irreparabile distacco tra politica e cittadini, tra ragioni di tanti ed interessi di pochi, tra cervelli e gambe attive ed operose e mani propense solo alla minaccia, con manganelli e armi. Barricati in Parlamento per votare la distruzione del sistema di Istruzione pubblica nel nostro Paese, Berlusconi e il centro destra hanno visto di fronte a loro la forza e l’ira di una generazione a cui il futuro è già stato negato da tempo, nella prospettiva di studi asserviti ad interessi e di precarietà lavorativa a far da sfondo a scelte esistenziali altrettanto complicate. Una generazione che non si arrende alla certificazione di un destino così. Una generazione che merita di più e che nessuno è legittimato a lasciare sola, pena un silenzio simile alla complicità con Berlusconi ed il suo ormai squinternato governo. Una generazione che nei prossimi giorni sarà con molta probabilità oggetto di ulteriori e più pesanti attacchi fin nell’elementare diritto di manifestare e che chiunque ha a cuore la democrazia sostanziale di questo Paese, oltre che le sorti di scuola, università e ricerca, deve accompagnare nel suo cammino.
Andrea Catarci, Presidente del Municipio Roma X