Andrea Catarci

La Città e il ruolo dei Municipi

Dal sito romafaschifo.com, la lettera di una cittadina e la relativa risposta.

Gentile presidente, posso chiederle, con educazione, in cosa consista il suo lavoro? Cosa fa lei tutto il giorno? E lo stesso vorrei chiedere ai suoi colleghi a cui è data in mano la gestione dei municipi di Roma, un onore a mio avviso, ma, allo stato attuale delle cose, anche un onere. Le sembrerà curiosa la domanda, specie se posta da una totale sconosciuta.
Mi presento, sono un medico di 30 anni, nata e cresciuta in Toscana, che si è poi laureata all’Università Sapienza, assecondando anche il sogno di venire a vivere a Roma. Dal 2005, anno della mia migrazione, sono passati 5 anni e più, e mano a mano il sogno sta prendendo le sembianze di una tristissima realtà, quella di una città ormai trascurata, lasciata disfarsi, con pochissimi servizi utili, sudicia.
Tranquillo, non le scrivo soltanto per parlare di me stessa o farle domande assurde, piuttosto per esprimerle la mia compassione. Vivo a Portuense da un paio di mesi, prima abitavo sulla Prenestina e mi creda, le cose sono migliorate quanto a decoro urbano, ma sono comunque pessime, specie in prossimità delle stazioni che ho modo di frequentare. Ha mai preso la metro B? Tipo a San Paolo, c’è mai stato? La stazione Ostiense l’ha mai vista? Sono allibita, ogni giorno di più, sembra di essere in una città dell’Europa dell’est, o della Turchia, paesi dove purtroppo hanno ben altro a cui pensare, altrochè ripulire le strade. E invece siamo a Roma, il capo del mondo, l’origine della civiltà, in uno dei paesi più ricchi del globo, nel 2011, non negli anni cinquanta.
Sa, proprio ieri leggevo di un accordo stipulato tra il sindaco Alemanno ed il primario del Bambin Gesù, per cui proprio a San Paolo verrà creata una struttura di ricerca pediatrica di prim’ordine, ed ho pensato: ma quando giungeranno dalla Danimarca, dalla Norvegia, ma anche da Firenze, Belluno, che penseranno uscendo dalla metropolitana? Come si può dare credito ad un ospedale, ad un centro di ricerca, ad un popolo, se la strada, i marciapiedi, i muri, le piazze sono sporche, estremamente sporche?
La prego faccia qualcosa, fate qualcosa, prima che questa città precipiti verso la totale decadenza, che perda di valore, che dimentichi di essere stata in capo al mondo.
Non credo di conoscere il suo schieramento politico, tuttavia non credo sia importante ai fini della realizzazione di quanto tanti come me vorrebbero. Ah, io sono di sinistra.

Grazie dell’attenzione
Federica A. Montanile

 

Gentile sig. Montanile,

la sua lettera è purtroppo arrivata in un momento particolare, in cui alla calura estiva si sommavano una serie di gravosi impegni perché nella città Capitale d’Italia il Sindaco Alemanno ha introdotto la malsana abitudine di approvare i bilanci preventivi a luglio, anziché nei primi mesi dell’anno. Pur ricordandola, ritenendola stimolante e intelligentemente provocatoria, tra l’impegnativa quotidianità e lo sforzo di capire cosa stesse succedendo sul piano economico e contabile non ho trovato allora il tempo per una risposta, cosa di cui mi scuso con lei. L’occasione mi viene fornita di nuovo dalla pubblicazione dello scritto sul blog Roma fa schifo.

Senza entrare in eccessivi dettagli circa i compiti e le reali condizioni in cui versano i Municipi, si può dire che ad oggi continuano ad essere Enti dimezzati, senza autonomia patrimoniale (il bilancio viene appunto approvato dal Campidoglio anche per le 19 municipalità), a cui sono delegate essenzialmente le funzioni relative ai servizi sociali (es. assistenza domiciliare) ed alla cittadinanza (es. uffici anagrafici), alla manutenzione degli edifici scolastici ed alla manutenzione stradale (quest’ultima relativamente ad alcune parti della rete definite viabilità secondaria, cioè con l’esclusione della primaria che è di pertinenza degli Assessorati comunali e che comprende sia le consolari che altre strade ritenute comunque non secondarie). Ciò viene fatto con risorse sempre più insufficienti, sia di tipo economico che umano. Per quanto riguarda l’aspetto economico, basti pensare che i 19 Municipi hanno in carico all’incirca l’80% delle strade cittadine ma si vedono riconosciuti solo il 20% delle risorse, mentre per l’Assessorato comunale vale il rapporto inverso, cioè per il 20% delle strade si hanno a disposizione l’80% dei finanziamenti. Per quanto riguarda il personale, essendo molto meno pesanti i carichi di lavoro presso gli Uffici centrali, si registra la tendenza a fuggire dai Municipi, con le politiche relative ad accentuare tali migrazioni interne attraverso incentivi e straordinari.

Poco significative sono le deleghe su altre questioni di estrema rilevanza, come ad esempio le politiche urbanistiche. Nel Municipio Roma XI sono state avviate, o stanno per esserlo, rilevanti trasformazioni socio-urbanistiche (su tutti quelle che riguardano gli ex Mercati Generali ed il progetto “Campidoglio 2” all’Ostiense e quella dell’ex Fiera su Viale C. Colombo), ma i Municipi sono chiamati unicamente ad esprimere al riguardo pareri consultivi e non vincolanti: decide solo il Campidoglio. Anche su altre questioni di primo piano, dalla manutenzione di parchi ed aree verdi, a gran parte degli ambiti commerciali, sportivi, culturali, alla gestione delle politiche del personale di cui si è accennato, esistono Assessorati, Dipartimenti ed Uffici comunali che gestiscono le politiche ed i relativi fondi, seppur a venire chiamati in causa dalla cittadinanza sono spesso i livelli territoriali. Particolarmente negativa per gli Enti municipali e, ritengo, per la cittadinanza, continua ad essere la stipula dei contratti con le aziende di servizi (Acea, Ama, Atac, Multiservizi…), che avviene a livello comunale per l’intera città: con l’ovvia difficoltà per i Municipi a far rispettare impegni relativi alla qualità del servizio non essendo firmatari di nulla.

Già da questa schematica descrizione dovrebbe risultare evidente una cosa: quando a Roma ci si lamenta di decoro compromesso o di sporcizia, volendo comprenderne effettivamente le cause ed i soggetti che devono adoperarsi per rimuoverle, bisognerebbe analizzare i diversi gradi delle responsabilità, altrimenti si rischia di addossare all’Ente più vicino, per il solo fatto che lo si individua o che è disposto all’ascolto, tutta una catena di inadempienze, come mi sembra faccia lei. E’ un po’ come puntare il dito sui Dirigenti scolastici o sui singoli Provveditorati per le difficoltà delle Scuole o sui responsabili delle Asl per quanto riguarda il sistema sanitario che lei da medico sicuramente conosce:  direi che, seppur ci possano essere e senza andare troppo lontano (Europa e oltre), prima vengono le scelte distruttive dei Ministeri competenti e di molte Regioni, o no? Così, in prima battuta sulla sofferenza in cui versa il verde urbano, sulle scarsa pulizia nei quartieri, sull’approssimativa manutenzione degli edifici scolastici e dell’intero patrimonio comunale, come su servizi sociali che dovrebbero essere ampliati ed invece vengono ridotti o delegati a strutture di volontariato, incidono in maniera determinante le scelte di un Governo nazionale che taglia i fondi agli Enti Locali e quelle di un Comune (oggi Roma Capitale) che li utilizza secondo priorità a mio avviso discutibili, in maniera inadatta. Poi si può anche imputare ai Municipi il fatto di non aver saputo ottenere abbastanza soldi in bilancio per fare adeguatamente quello che è previsto, o di non essere stati abbastanza incisivi politicamente da aver costretto altri a fare ciò che dovrebbero. Ma solo in seconda battuta e comprendendone il ruolo.

A questo punto si arriva ad un altro pezzo di ragionamento. Tutto ciò che trascende le funzioni amministrative delegate, che non rientra nelle competenze specifiche, non dovrebbe rientrare nell’azione dei Municipi. Per chi non vuole rassegnarsi a ciò, resta la possibilità di acquisire autorevolezza e forza d’urto puntando sui legami con la propria comunità territoriale, da valorizzare nell’ascolto e nella partecipazione, svolgendo azione di pressione finalizzata ad ottenere risultati nell’incontro-scontro con l’Amministrazione centrale e con gli altri soggetti competenti sulle diverse questioni, dando vita a campagne di impatto sulla popolazione ed il territorio, municipale e cittadino, individuando soluzioni (spesso creative…) alle problematiche insolute dal punto di vista amministrativo. In sintesi, per rovesciare l’impostazione che ci vorrebbe sempre impotenti a rispondere “non è nostra competenza” e qualificarsi come governo locale a 360 gradi, è necessario occuparsi di tutto ciò che succede nella sfera territoriale, perché parte della vita della nostra comunità di riferimento. Così, quando il Municipio non ha risposte dirette ed operative da fornire, deve cercarle insieme alla cittadinanza, scovando le responsabilità anche se lontane e nascoste.

Se avrà modo di consultare la sezione riservata alla Presidenza del sito municipale (www.comune.roma.it/municipio/11.it) o il mio blog personale (www.andreacatarci.it), ritroverà l’eco dell’impostazione che ho accennato, nelle parole come nelle azioni. In particolare leggerà delle iniziative di grande respiro contro l’abusivismo e la speculazione edilizia, per la tutela dell’Appia Antica, di quelle contro l’invasione dei cartelloni pubblicitari di vaste dimensioni, della difesa dell’ospedale CTO e della sanità pubblica, dell’introduzione del Registro dei Testamenti Biologici in materia di libertà personali, degli sforzi per rispondere all’inumana condizione dei rifugiati afghani dell’Ostiense senza adeguati strumenti amministrativi in mano, della lotta per mantenere un livello decente dei servizi educativi e scolastici mortificati dal Ministro Gelmini come dalle scelte di Alemanno e della Presidente Polverini. E leggerà di una quotidiana ricerca di soluzioni alle problematiche locali che sono sempre molto difficili da conquistare.

Le faccio un paio di esempi al proposito. Per riqualificare un’area verde degradata nel quartiere San Paolo, la cosiddetta buca di Via Galba, il Municipio ha partecipato ad un bando regionale da cui è uscito vincente e con cui realizzerà uno spazio-giochi con attrezzature per lo sport libero. Per gestire la restante e consistente porzione ha stipulato una convenzione con un’associazione sportiva che riporterà il baseball nel luogo dove era presente molti anni prima. Per tre anni, però, il Municipio aveva richiesto in Bilancio dei fondi ordinari per riqualificare Via Galba ed impedire il ricorrente formarsi di discariche abusive, ma la Giunta Alemanno ha sempre risposto stanziando un clamoroso 0 nel documento contabile! Ancora. Sempre negli ultimi 3 anni il Campidoglio ha azzerato i fondi già esigui per la comunicazione istituzionale dei Municipi, compreso il nostro. Abbiamo avviato e stiamo realizzando un Piano comunicazione, che è alla base di un bando pubblico con cui è stata selezionata un’impresa che ha installato alcuni schermi luminosi nel territorio con la trasmissione, per il 60%, di un palinsesto istituzionale, delle notizie sulla vita del Municipio. Ciò, ovviamente, a spese nulle per l’Ente municipale che i soldi non li aveva da investire e anzi con un impegno dell’aggiudicataria di versare una percentuale sugli introiti pubblicitari in forma di sostegno ad iniziative culturali e sportive nel Municipio.

Capirà che non le sto dicendo che i Municipi a differenza del Comune sono in grado di pulire bene, di tenere parchi decenti, di rendere un adeguato servizio di manutenzione e decoro urbano e così via. Sarebbe falso. Né che noi siamo bravi e gli altri no. La sto mettendo al corrente di tentativi fatti in assenza di strumenti ordinari a disposizione e di opzioni politiche che hanno come retroterra una visione della città, in cui è necessario anche procedere al potenziamento dei Municipi, oggi volutamente lasciati nella terra di mezzo. Le chiedo di pensare per un attimo al contrario, cioè a cancellarli o a svalutarli ancor più di oggi: quale modello di città si potrebbe rincorrere dall’unica visuale del Campidoglio? Ritengo che quasi 3 milioni di persone nominali, in realtà molte di più, non possono avere per riferimento un unico centro, il Campidoglio appunto, spesso distante anche geograficamente, comunque inarrivabile per i più: sia per una questione democratica che per una di efficacia ed efficienza amministrativa. Senza validi organi decentrati, insomma, bisognerà ingegnarsi a trovare maghi e fate invece che Sindaci e Assessori…

In conclusione, è un po’ in tutto questo che va cercata la risposta alle sue domande iniziali, “in cosa consiste il suo lavoro?”  e “cosa fa lei tutto il giorno?”. A muovere chi opera nei Municipi, mi creda, non sono lauti guadagni che non ci sono. E’ essenzialmente la passione per l’impegno socio-politico e l’amore per questa città. Una Roma attualmente mal amministrata, che è necessario rovesciare radicalmente, nel nuovo e necessario stimolo a convivenza civile e senso civico, con piani di sviluppo che incoraggino la crescita economica ed il lavoro, nelle dinamiche dell’urbanistica oggi ferma o asservita, nell’attenzione al sociale e alle vittime attuali e future di una crisi occupazionale che non accenna a diminuire, nell’aumentare gli argini a poteri forti che fanno il bello e cattivo tempo… Ah, non è importante ma io sono di sinistra….

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