Andrea Catarci

Elezioni 2013: ‘O Roma o morte’…

Dopo elezioni del genere serve un po’ di obiettività.
1) Hanno vinto Berlusconi e Grillo, gli unici due che hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissi, entrambe invincibili in campagna elettorale, con il M5s che si afferma come ulteriore polo nazionale e il Pdl che viene resuscitato dal suo leader insieme a veri e propri zombie come Alfano e Capezzone.
2) La coalizione di centro sinistra Italia Bene Comune resta molto al di sotto delle aspettative. Il Pd e Bersani si sono logorati, parallelamente al Paese, nel sostegno alla tecnocrazia di Monti e nel continuo rinvio della tornata elettorale. La nostra Sel non decolla e non schioda da percentuali estremamente basse, intorno e poco sopra il 3.
3) L’aggregato guidato da Ingroia ripete in peggio l’esperienza de L’arcobaleno, confermando vecchi vizi negati con improbabili giustificazioni.
4) La coalizione centrista di Monti sta appena sopra il quorum e non regge alla prova della democrazia.

Però, ironia della sorte, grazie alla legge elettorale voluta da Calderoli il pallino sta nelle mani del centro sinistra, con una sostanziale maggioranza alla Camera ed una solo formale al Senato. Lo stesso porcellum, poi, malgrado i pochi voti ci regala un drappello di 37 deputati e 7 senatori di Sel, che per una forza di sinistra che in Parlamento non c’era proprio costituiscono un bel rientro. Insomma, come si dice a Roma il pallone ce l’abbiamo noi…

Come è successo già tante volte, da un gran caos si può generare molto di positivo. E’ necessario avere il coraggio di provarci e passare subito a proporre alcune delle cose che vanno urgentemente fatte: nuova legge elettorale, norme sul conflitto d’interesse e sul ripristino del falso in bilancio, riduzione delle spese militari a cominciare dagli F35, riduzione degli stipendi dei manager e dei costi della politica, introduzione del reddito minimo garantito, ampliamento delle libertà personali attraverso Unioni civili e biotestamenti, rilancio di esperimenti di partecipazione e di bilanci partecipativi -indispensabili alla trasparenza oltre che alla coscienza civile – e, cose un po’ più difficili ma da provare lo stesso a fare, superamento della normativa attuale sull’immigrazione (legge Bossi-Fini) e sulle droghe leggere (legge Fini-Giovanardi), che stanno riempiendo le carceri di persone con reati inesistenti o di poco conto. Chiaro che non è tutto e pure che la spregiudicatezza di tanti può bloccarle, ma queste proposte penso che il M5s possa raccoglierle. Fuori da questo tentativo non c’è nulla, solo nuove elezioni con disastroso intermezzo e altrettanto deleterie conseguenze o il suicidio di un nuovo governo di larghe intese (leggi Pd-Pdl) a cui Sel si opporrebbe perchè assolutamente da evitare.

Non c’è tempo per rimpianti o per lacrime di coccodrillo. Nell’attesa di conoscere il voto regionale e dopo di esso ognuno faccia le sue autocritiche senza sputare veleni autoassolutori su chicchessia e prepariamoci perchè Roma è alle porte. Nel sistema tripolare che si è venuto a determinare la battaglia sarà ancora più dura di quanto previsto e il centro sinistra non può permettersi di andarci con i giochetti delle decine di autocandidature per le primarie a cui abbiamo assistito in questi mesi.
Al contrario, da oggi per noi deve valere il motto garibaldino ‘O Roma o morte’…

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