Andrea Catarci

“Tra le antiche emergenze a Roma spuntano due novità positive” di Andrea Catarci

Tra le antiche emergenze a Roma spuntano due novità positive: la Programmazione e il Patto per la Città. Una mia riflessione su HuffPost sulle prospettive e l ‘impegno e il futuro di Roma

Buona lettura!

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Fin dall’insediamento il sindaco Roberto Gualtieri e la Giunta comunale hanno prodotto uno sforzo consistente per contrastare le emergenze ereditate su rifiuti, trasporto pubblico e strade, tre asset lasciati a un colpevole deterioramento nel passato recente.

Osservandoli in modo fugace e realistico emerge che:
– sulle strade, in particolare la viabilità principale, si è invertita significativamente la tendenza e si è avviata una fase di ripristino che toccherà gran parte della rete, in dimensioni che Roma non ha mai visto in precedenza;

– sui rifiuti, dopo una buona partenza e i positivi esiti del piano straordinario di fine 2021, si è entrati in crisi in estate pagando un prezzo salato all’incendio dell’impianto Tmb di Malagrotta per assenza di sbocchi: si è consapevoli di dover migliorare la quotidianità difficile;


– sui trasporti, malgrado il servizio venga percepito deficitario, si sono meritoriamente ripristinate alcune linee su rotaia dal Laurentino al Flaminio, si è aperta dopo decenni la stazione di Vigna Clara e si sta realizzando l’irrimandabile manutenzione delle metro procurando minime e trascurabili interruzioni.

Guardando avanti, si è riusciti ad assicurare imponenti investimenti e procedure straordinarie che vedranno alcune realizzazioni in 3-4 anni, in particolare sul ciclo dei rifiuti e la ripresa della “cura del ferro”, da attuare insieme alla riorganizzazione di Ama e Atac.

La programmazione per il futuro della Capitale L’ottima performance sulla programmazione non riguarda solo i settori richiamati ma è un tratto distintivo e positivo dell’azione complessiva della Giunta Gualtieri, a cui sta consentendo di delineare fin d’ora la Città dei 15 minuti e dei servizi di prossimità del futuro.

Infatti, sotto vari aspetti la versione romana della Ville du quart d’heure di ispirazione parigina sta negli imponenti progetti approvati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, del Contratto Istituzionale di Sviluppo e dei fondi strutturali europei: si pensi ai Piani Urbani Integrati di Corviale, Santa Maria della Pietà e Tor Bella Monaca per 180 ml complessivi, ai progetti Pinqua sulla qualità dell’abitare per 40 ml, al recupero e alla valorizzazione di monumenti e siti archeologici, storici e culturali con Caput Mundi per 500 ml, al rafforzamento del sistema bibliotecario e all’apertura di 9 nuovi Poli civici culturali in territori lontani dal centro per 50 ml, al miglioramento del servizio educativo e alla realizzazione di nuovi asili e scuole d’infanzia oltre il Gra per 52 ml, al piano straordinario di manutenzione della disastrata edilizia scolastica per quasi 400 ml, al potenziamento della rete idrica cittadina con un’attenzione particolare a 6 aree esterne dove l’acqua arriva poco e male nelle abitazioni per 70 ml, all’irrobustimento della sanità territoriale con case e ospedali di comunità per 300 ml, alla realizzazione di percorsi di autonomia delle persone con disabilità per 21 ml. Aver riempito in poco tempo cassetti desolatamente vuoti e aver affiancato a piani e progetti i finanziamenti e i cronoprogrammi è un’opera di importanza straordinaria per il rilancio della città, un prerequisito necessario sebbene atteso dalla “prova” delle realizzazioni.

Il Patto con e per Roma Il secondo merito significativo acquisito sul campo dalla giunta Gualtieri è aver gettato le basi di un Patto per Roma impostando alleanze e collaborazioni. A livello istituzionale, se il dialogo proficuo con il governo Draghi e la Regione di Zingaretti per un innalzamento di status tramite risorse finanziarie e competenze legislative è stato interrotto dalla crisi di governo, prosegue l’assunzione di impegni congiunti con Città metropolitana, Camera di commercio, università, istituzioni scolastiche, ordini professionali, ratificati da convenzioni e accordi, come il quotidiano lavoro insieme alle strutture territoriali dell’Amministrazione: quest’ultimo nella sostanza si invera nel coinvolgimento inedito e sistemico dei Municipi in scelte riguardanti la città e in deleghe aggiuntive come quella su porzioni consistenti di verde urbano, nella forma troverà espressione nel Regolamento del Decentramento in preparazione che mira a mandare in soffitta quello di 23 anni fa.

A livello sociale, in una tessitura complessa di relazioni, sono stati riannodati i fili del confronto con soggetti di terzo settore, volontariato, associazionismo, movimenti, reti di solidarietà, aggregazioni territoriali, organizzazioni di rappresentanza e corpi intermedi in genere che erano stati estromessi dall’elaborazione e dalla discussione sulle politiche cittadine. Tali mondi, spesso portatori di visioni e valori di segno progressista e universalista, che arricchiscono la dotazione territoriale di welfare, cultura, educazione, conoscenza, sport, socializzazione e autopromozione nell’ottica dei 15 minuti, hanno riscoperto di avere in Campidoglio degli interlocutori che li reputano preziosi per indirizzare e correggere l’azione politico-amministrativa. Insieme alla pratica spicciola dello scambio e della valorizzazione dei diversi punti di vista verranno nei prossimi mesi il Regolamento per l’Amministrazione Condivisa dei beni comuni e il Regolamento per l’utilizzo dei beni immobili per finalità di interesse pubblico, strumenti essenziali per dispiegare definitivamente la nuova fase.

Da qualche anno il cinema, la musica, la fumettistica e altri campi hanno ripreso a parlare romano con decine di volti femminili e maschili, a testimonianza dell’effervescenza culturale generale, da pochi mesi la Capitale è tornata a essere il palcoscenico privilegiato di eventi, spettacoli, concerti, rappresentazioni. Ora, i pilastri di una programmazione lunga in grado di sfruttare le occasioni che si chiamano PNRR, Giubileo e Expo 2030 e di una gestione condivisa e democratica della res publica, con rinnovati meccanismi di trasparenza, informazione, ascolto, partecipazione e corresponsabilità – vivificati a livello municipale e nelle identità di quartiere e arricchiti da spunti critici e conflitti – delineano un “paradigma della cura del corpo e dell’anima” con cui contrastare le acute disuguaglianze territoriali e sociali, da sviluppare con ambizione e consapevolezza: la maggioranza capitolina deve assolvere meglio che non nel passato ai compiti fondamentali e produrre sinergie istituzionali ma sa anche che da sola non basta, che ha bisogno di una squadra larga e diffusa nei rivoli della metropoli, intenta a costruire connessione sentimentale la dimensione popolare, a co-progettare e co-realizzare esperienze di comunità, a muovere il mare intorno e ricevere le scosse delle energie vitali, resistenti, creative e coraggiose, ovunque abbondanti ma frammentate.

Roma non è uscita ancora da nessuna crisi e da nessuna palude, lo sappiamo, il cammino da fare è lungo; i segnali che la strada intrapresa sia quella giusta però cominciano a essere nitidi.

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