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CTO, il miracolo che serve è il rilancio e non il restyling

14/12/2015

cto_PPIComunicato Stampa del 14 dicembre 2015

CTO, il miracolo che serve è il rilancio e non il restyling

“Si ringrazia la Regione Lazio e la Asl Roma C per la ristrutturazione del Punto di Primo Soccorso dell’ospedale CTO, dove si sono realizzati spazi di accoglienza e visita moderni e tecnologicamente avanzati investendo € 186.000, di cui € 126.000,00 fondi del giubileo e € 60.000 fondi Asl. Essi fanno seguito alla altrettanto positiva opera di adeguamento alla normativa antincendio, in particolare con la dotazione di numerose porte di sicurezza.” – dichiara Andrea Catarci, Presidente del Municipio Roma VIII

“Purtroppo le note positive si fermano alla parte strutturale, al corpo dell’ospedale. L’anima del CTO, la sua organizzazione e le sue componenti professionali – mediche, infermieristiche, ausiliarie e di servizio – continuano ad essere impunemente maltrattate, insieme all’utenza che nonostante tutto lo considera ancora un luogo di qualità per la soluzione di problemi ortopedici e traumatologici. Due anni e mezzo fa si era cominciato bene, con l’accordo Regione-INAIL che metteva fine all’incubo della chiusura ed apriva la strada ad una nuova ipotesi strategica, appunto quella di valorizzare la storica vocazione ortopedico-traumatologica, senza cedere alle sirene che da più parti spingevano l’ospedale verso la pura e semplice riabilitazione. Da allora le politiche regionali e della ASL si sono perse o, peggio, hanno consapevolmente battuto altre strade. Da allora, dopo che già il Pronto Soccorso nel 2010 aveva lasciato il posto al Punto di Primo Soccorso, malgrado la presenza a tutt’oggi di segnaletica beffardamente non veritiera, importanti reparti sono stati sacrificati nella razionalità apparente del Piano aziendale, lasciando il posto a qualche ambulatorio e ad incarichi professionali con cui non è assicurata la presenza dei medici. Prima Cardiologia e Medicina, la scorsa estate due Ortopedie, Chirurgia del piede, cura del Trauma, ora Chirurgia Generale e d’Urgenza, Urologia, Neurochirurgia. I medici rimasti, lasciati nell’abbandono e nell’assenza di prospettive, cercano vie di fuga individuali. Insieme a loro si sono ridotti in gran numero infermieri ed ausiliari, scesi da oltre 400 nel 2012 agli attuali 270, centinaia di persone trasferite al Sant’Eugenio o nei Distretti. Al contrario, le novità previste non sono arrivate: non si è vista l’Unità di Reinserimento lavorativo e Funzionamento sociale né l’Unità di Riabilitazione e Recupero funzionale né l’Unità Intensiva collegata all’Unità Spinale;  la Chirurgia della Mano è stata fatta solo a metà; i posti letto non superano il centinaio.” – continua Catarci

“Più che di pur importanti rinnovi di locali ed ambienti ci si aspetta un’inversione di tendenza sulla capacità operativa del CTO: sarebbe il vero miracolo, non quello che sa di effimero decantato in qualche recente articolo. E’ per questo che si fa appello al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, affinché verifichi l’incongruenza tra le dichiarazioni ed i piani da una parte e le azioni concrete dall’altra, scongiurando l’ulteriore ridimensionamento del CTO e avviandone al contrario la piena ripresa come era nei propositi e nei primi passi del governo regionale.” – conclude Catarci

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