Roma e la sfida del decentramento
Carta di Identità Elettronica, open day sabato 23 e domenica 24 marzo

In risposta ad HuffPost Italia su alcune difficoltà incontrate presso gli uffici anagrafici di Roma

19/03/2024

HuffPost Italia ha pubblicato una lettera in cui si racconta di alcune difficoltà incontrate presso gli uffici anagrafici di Roma per un estratto di nascita.

Ecco la nostra risposta qui di seguito.

Spiacenti per l’odissea, ma la semplificazione della normativa attuale tocca al Governo.

Grazie per lo spazio.

Buona lettura!

Caro Vecellio,

le scrivo a seguito dell’articolo a sua firma pubblicato su HuffPost del 18 marzo 2024 perché, parafrasandola, è assolutamente giusto che nessuno debba sentirsi suddito invece che cittadino, ma la mancata osservazione di questo postulato non può essere attribuita a chi non ne ha responsabilità. La questione rappresentata nella sua nota, riguardante il rinnovo della carta di identità da parte di una persona nata all’estero e residente in Italia, anche da molti anni, merita dunque alcuni necessari chiarimenti.

Innanzitutto va chiarito che, a decorrere dal 1° gennaio 2006, con il decreto legge 78/2015 e successive modifiche del Ministero dell’Interno, si è disposto che in Italia la vecchia carta d’identità cartacea fosse sostituita, nel momento del primo rilascio o del rinnovo, dalla carta di identità elettronica, la CIE. A differenza della prima, rilasciata dai comuni e finalizzata unicamente al riconoscimento, la seconda è un prodotto rilasciato direttamente dal Ministero dell’Interno – i quasi 8.000 comuni italiani svolgono solo un servizio delegato – che garantisce la disponibilità di un’identità digitale gratuita, per vari aspetti più sicura dello Spid, oltre a ulteriori e importanti funzioni tra cui un servizio di firma digitale. Gli appuntamenti sono fissati tramite il portale Agenda CIE e non più recandosi direttamente agli uffici e il contenuto “necessario” per ottenere la CIE, stabilito sempre da decreto del Ministero dell’Interno, prevede l’obbligo di compilare anche il retro della carta con l’indicazione degli estremi dell’atto di nascita, a differenza di quanto avveniva con il precedente documento cartaceo.

Non vorrei ora entrare qui in complicati dettagli burocratici per attestare la ‘non colpevolezza’ degli uffici di Roma Capitale e cercherò quindi di sintetizzare: questa obbligatorietà dell’indicazione degli estremi dell’atto di nascita sul retro della CIE è un requisito imposto per legge dallo Stato e questo documento non poteva essere in possesso degli uffici di Roma Capitale, non essendo lei nato nella nostra città ma in uno Stato estero, ma era invece, per qualche operazione di stato civile evidentemente compiuta in passato, al comune di Cesena dove (lo segnalo per utilità di informazione) avrebbe potuto procedere anche al rilascio dello stesso documento, in quanto la CIE può essere emessa anche da un comune diverso da quello di residenza.

Nell’esprimere vivo dispiacere per quella che ha efficacemente descritto come “un’avvilente odissea”, vorrei dunque offrire differenti elementi di valutazione rispetto alla condotta di Roma Capitale, forse troppo frettolosamente censurata: il personale ha agito in aderenza alle disposizioni nazionali in materia anagrafica e di stato civile a dimostrazione, caro Vecellio, che la sua lettera potrebbe essere reindirizzata ai ministri attualmente in carica per sollecitare azioni di miglioramento e semplificazione amministrativa, sempre realizzabili quando si vuole. Chiedere di cambiare leggi e regolamenti nazionali al sindaco Gualtieri – malgrado rappresenti la Capitale – e tanto più al personale capitolino mi sembra un tantino ingeneroso se non fuori luogo.

Ci tenevo a darle questa risposta, oltre che per il merito della vicenda, anche per un altro motivo: su impulso della giunta Gualtieri, l’amministrazione romana negli ultimi anni ha realizzato parecchie azioni di innovazione in campo amministrativo, tra cui alcune di assoluta rilevanza come la digitalizzazione dei cambi di residenza, le aperture straordinarie per le CIE ogni sabato e domenica da quasi due anni, i giuramenti collettivi con cui si è azzerato il pregresso arretrato ereditato dal periodo pandemico di migliaia di persone in attesa di ottenere la cittadinanza italiana. So bene che c’è tanto lavoro da fare ancora ma le assicuro che queste e altre novità sono state possibili grazie agli sforzi quotidiani profusi dai dipendenti e dai dirigenti capitolini, soprattutto i primi davvero pochi rispetto all’estensione della cittadinanza a cui erogare servizi.

La saluto cordialmente.

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